Il pane di Matera, con il suo sistema di lavorazione, ha una lunghissima tradizione risalente al Regno di Napoli ed anche oltre, come confermato da numerose ed autorevoli fonti storiche. È da sempre alimento tipico del territorio materano, tradizionale zona di coltivazione di cereali, come risulta anche da diverse testimonianze artistiche e letterarie che attestano l’importanza ed il culto del pane nella vita e nell’economia di tutto il territorio.La zona di produzione del pane di Matera è costituita da tutto il territorio della provincia di Matera; tuttavia il tipico pane a forma di cornetto è prodotto principalmente nel comune di Matera stessa e nei paesi dell’alta provincia materana (Montescaglioso, Irsina, Tricarico, Grassano, Grottole). Nei paesi della bassa provincia materana come Montalbano Jonico, Tursi, Pisticci si produce il pane di forma rotonda, leggermente diverso in termini di sapore e consistenza rispetto al tipico pane materano.

Il pane di Matera deve avere le seguenti caratteristiche:

  • Forma a cornetto oppure a pane alto;
  • Pezzatura da 1 o 2 kg.;
  • Spessore della crosta di almeno 3 mm;
  • Mollica di colore giallo paglierino con caratteristica alveolazione;
  • Umidità non superiore al 33%.

La scelta di vecchie varietà di grano, che conservano, nel loro patrimonio genetico, caratteristiche non presenti in altre, dà luogo a farine che trasferiscono al pane il gusto ed il sapore unico che lo contraddistinguono. Si aggiungano il processo di lavorazione e, nello specifico, la realizzazione del lievito madre, che, prodotto con frutta fresca, aggiunge ulteriori e particolari sensazioni di gusto.
Il prodotto si ottiene mediante l’antico processo di produzione che prevede l’utilizzo di lievito madre, semola di grano duro, sale e acqua. Parte delle semole da utilizzare per la produzione deve provenire da vecchie varietà coltivate nel territorio della provincia di Matera quali Cappelli, Duro Lucano, Capeiti, Appulo. Può essere cotto sia nel forno a legna che nel forno a gas. Il prodotto ottenuto, grazie agli ingredienti utilizzati ed alla specificità del processo di lavorazione, si caratterizza per un colore giallo, una porosità tipica e molto difforme (con pori, all’interno del pane, del diametro variabile da 2–3 mm. fino anche a 60 mm.), un sapore ed un odore estremamente caratteristici. La conservabilità del pane, così ottenuto, può raggiungere i 7 giorni di tempo per le pezzatura da 1 kg. ed i 9 giorni per la pezzatura da 2 kg.

Dopo questi brevi cenni storici vi lascio la ricetta io adoro preparare queste pane perche’ rimane ottimo anche per alcuni giorni…

Ingredienti:

600 g semola rimacinata di grano duro
400 g acqua
12 g lievito di birra
10 g sale
 Procedimento:
Sciogliete il lievito con l’acqua a una temperatura di 22-23 °C.
Unire la farina setacciata e impastare per 3 o 4 minuti, aggiungete il sale e lavorate per 15 minuti fino ad ottenere un impasto elastico e omogeneo.
Fate lievitare in una ciotola per circa due ore a una temperatura di 28°C, rovesciare l’impasto sulla spianatoia e lavoratelo nuovamente, tirando e piegando, aggiungendo un pochino di farina se necessario. Fate riposare l’impasto ancora un’altra ora e dare la forma tipica con i tre tagli centrali.
Trasferitelo su una teglia infarinata e cuocete in forno preriscaldato per 15 min a 220 °C, e 45 min a 180 °C. Sfornate e lasciate raffreddare su una gratella.
 
 
 
 
 
 
CON QUESTA RICETTA PATECIPO AL CONTEST DI MOLINO CHIAVAZZA
                                            PANI DELLA TRADIZIONE
 
 
 

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